Il Cilento è la sub regione a sud della Campania, in provincia di Salerno, una riserva naturale dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per la tutela della biodiversità.
Terra antichissima, il Cilento è un autentico scrigno di tesori… montagne, spiagge di sabbia finissima, scogliere, promontori, grotte naturali scavate nella roccia calcarea, borghi antichi e dolci colline ricoperte dalle vigne e dagli ulivi che si specchiano nel blu del Mar Tirreno.
Ed è qui nel Cilento, crocevia di popoli e tradizioni, che l’americano Ancel Keys, medico epidemiologo e fisiologo, scoprì che le sue popolazioni erano tra le più longeve e le meno esposte a malattie, attribuendone la causa al loro regime alimentare che definì Dieta Mediterranea (oggi Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO).
Un’alimentazione sana ed equilibrata dal punto di vista nutrizionale, costituita principalmente da frutti e verdure stagionali, cereali integrali, vino, pesce azzurro e dall’olio extravergine di oliva, alimento principe della Dieta Mediterranea, identificata con un vero e proprio stile di vita che comprende pratiche sociali, tradizionali e agricole.

Il Borgo di
Sant’Angelo a Fasanella

Sant’Angelo a Fasanella, piccolo borgo medievale situato a 520 mt. sul mare, è posto in parte sulla fascia pedemontana ed in parte poggia direttamente su un lembo di piastrone calcareo del massiccio dei Monti Alburni. Il borgo, oggi residenza di poche anime dedite principalmente all’agricoltura e al turismo rurale, è ricco di storia e di opere d’arte e vanta ben due siti protetti dall’UNESCO: la Grotta di San Michele Arcangelo e l’Antece.

La Grotta – Santuario di San Michele Arcangelo si sviluppa in due grandi atri a cupola naturale. Nel primo si trova un pozzo a base quadrata ornato da piccole mattonelle di ceramica napoletana del 1614 e dall’insegna della famiglia Caracciolo che detenne il feudo di Sant’Angelo a Fasanella nel ‘500. Nella dinastia della nota famiglia si susseguirono famosi abati tanto da ubicare proprio all’interno della grotta il monumento funebre di uno di loro, l’abate Gianfrancesco Caracciolo (1538).
Poco più avanti, sulla sinistra vi è un cunicolo comunicante con gli ambienti esterni, il Campanile e l’Abbazia dei monaci Benedettini.
Sul lato opposto al cunicolo si trova un altare dedicato all’Immacolata Concezione e poco più in là una statua in gesso della Vergine col Bambino (1300) e un’edicola affrescata, al cui interno vi è un’altra Madonna col bambino in stucco (1400).
Nell’altro atrio, sulla parete di fondo, spicca il ricco altare marmoreo con la statua di San Michele Arcangelo, anch’essa in marmo, attribuita ad uno scultore particolarmente presente nel Cilento, Giacomo Colombo, veneto ma di scuola napoletana (1600).
Alle spalle dell’altare, sulla roccia naturale, sono dipinte le due ali dell’Arcangelo e, a sinistra, vi è una piccola cavità colma d’acqua a cui la devozione popolare attribuisce proprietà miracolose, la cosiddetta Manna di San Michele.

Antece (IV-V Sec. a. C.)
La scultura rupestre che rappresenta un guerriero o un defunto eroicizzato si trova a 1125 metri di altezza sulla vetta di Costa Palomba e dista 4 km dal centro abitato. Su una grande lastra calcarea è scolpito un personaggio alto circa 140 cm che compie un ampio gesto con le braccia: impugna con la destra levata in alto una lancia alla cui base vi è uno scudo rotondo e con la sinistra rivolta verso il basso un oggetto che probabilmente è una corta spada. La veste è stretta in vita da un di cinturone dal quale pende un fodero.

Dalla centrale Piazza Ortale si snoda un itinerario storico-culturale di notevole interesse; tra i vicoli del centro storico, ricco di portali e decori di antica arte, emergono la Chiesa “Madre” di Santa Maria Maggiore (1500) ed il Castello di epoca Federiciana. Dalla porta a sud del centro storico, percorrendo la vecchia strada della “Pescatura”, oggi valido percorso per trekking e mountain bike, si raggiunge l’area naturalistica delle sorgenti “Auso” che, dopo un percorso sotterraneo, fuoriescono dando origine alle cascate del fiume “Fasanella”.